venerdì 7 aprile 2017

Dai Luce alla tua Vita - Combatti la Depressione!



Cari amici, oggi, 7 Aprile 2017, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di dedicare la Giornata Mondiale della Salute a un tema delicato e a volte sottostimato: la Depressione. Sono troppe le persone che ancora oggi decidono di non parlarne e di non affrontare il problema con uno specialista, e si accontentano soffrendo di una vita senza colori. Ma la Depressione può essere combattuta e vinta, e con l'aiuto di un professionista ci si può riappropriare di tutta la bellezza che la vita può darci. Con questo breve video anche io e la dot.ssa Jessica Catalano, lo staff di RJ Studio, abbiamo voluto dare il nostro contributo a questa giornata così importante.
Condividetelo coi vostri contatti!
#LetsTalk #PsicologiVeneti #Depressione #OMS

martedì 24 gennaio 2017

Qual'è il ruolo di un terapeuta?



A volte ce lo chiediamo: ma quale ruolo dovrebbe avere un terapeuta?
Il terapeuta ha principalmente una missione, ovvero portare le persone a raggiungere tre obbiettivi molto chiari:


  1. Vivere la propria vita sentendosi liberi di esprimersi;
  2. Amare se stessi e gli altri;
  3. Ricreare un'esistenza che valga la pena di essere vissuta!
Un buon terapeuta ti può aiutare a ottenere tutto questo, affidati a lui con serenità!

mercoledì 28 dicembre 2016

Le tre regole per vedere il bicchiere mezzo pieno!

Le tre regole per vedere il bicchiere mezzo pieno!


Sta arrivando la fine dell'anno e ognuno inevitabilmente segna la linea dei mesi passati e inizia a fare i conti di quello che ha e di quello che vorrebbe avere per se stesso nel nuovo anno.
Non sempre i conti sono in positivo, per le mille ragioni e avvenimenti che una persona ha vissuto durante l'anno o anche durante gli anni. Ma cambiare rotta è possibile e permette di vivere meglio, guardando il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, per avere quel giusto ottimismo e affacciarsi al nuovo anno con entusiasmo e grinta.

Come riuscirci? Inizia da queste semplici regole:

  • Guarda alla tua esistenza con lo spirito di un esploratore, con la curiosità giusta per capire cosa ancora ti può riservare, evitando false aspettative o inutili illusioni.
  • Il percepirti come all'interno di un tutto, senza sentirti il solo e unico responsabile di quello che ti circonda, riesce a far diminuire la pressione delle aspettative che hai verso te stesso e verso gli altri e ti può aiutare a godere della quotidianità della vita.
  • Puntare su quello che si ha e darsi obiettivi a breve termine e raggiungibili, ti farà eliminare il rischio di sentirti frustrato dalla vita e oppresso dalle mille cose che ci sono da fare.



Questo ottimismo è possibile coltivarlo sentendosi padroni della propria vita e dandosi delle priorità a seconda dei propri bisogni, non tanto materiali quanto emotivi e affettivi, perché una vita piena e positiva parte da relazioni ricche e soddisfacenti prima con se stessi e poi con gli altri.

sabato 3 dicembre 2016

L'ansia, una catena che imprigiona ma che può essere spezzata.

L'ansia, una catena che ci imprigiona.

L'ansia si manifesta in varie forme. Una di queste è proprio la sensazione di avere a livello dello stomaco un blocco, una catena che non riesce a sciogliersi.
Che cos'è? E come si può districare?
Questa ingombrante e fastidiosa presenza è una tensione muscolare creata da una serie di emozioni in conflitto tra loro che sono scaturite da un episodio vissuto o comunque da un ricordo riaffiorato nell'inconscio. Queste emozioni sono in un certo senso il "vorrei ma non posso" che intrappola molte persone nella quotidianità, ad esempio: "vorrei potermi permettere di arrabbiarmi con quella persona che mi ha trattato così in ufficio, ma non posso perchè se poi lo faccio chissà cosa succede, chissà cosa pensano gli altri di me!"

Come si può districare la catena? Sembra facile, ma non lo è, non basta solo sapere ma ci si deve permettere di superare le proprie sovrastrutture e concedersi di sentire le proprie emozioni e viverle nel modo più costruttivo possibile. Per fare questo, spesso serve uno specialista che aiuti a fare proprio tale lavoro di riconoscimento dell'esperienza emotiva personale. La tecnica secondo me migliore per affrontare questo problema è l'ISTDP, che io stessa utilizzo nelle sedute con i pazienti che seguo e con la quale sto ottenendo ottimi risultati e di cui prossimamente vi parlerò più in maniera più approfondita.  

lunedì 21 novembre 2016

7 indizi per capire se sei dipendente dal tuo smartphone.

Tutto ciò che crea piacere può creare dipendenza e il cellulare non fa eccezione!
Scopri se ne sei dipendente!

Oggigiorno tutti abbiamo un cellulare, alcuni ne hanno anche due e spesso ne siamo ormai dipendenti.
Ormai molti di noi ci lavorano, leggono e scrivono e-mail, si fanno pubblicità sui social e il cellulare (meglio: lo smartphone!) diventa una segretaria, un informatore di tendenze, insomma diventa indispensabile.
Molti di noi, soprattutto i rappresentanti delle nuove generazioni, non ricordano un tempo in cui il cellulare non c'era e, anche chi come me è sui quaranta, fatica a ricordare di come si faceva quando non lo avevamo a disposizione; questo perché il telefonino è una vera rivoluzione nelle comunicazioni, nelle relazioni, nel comprendere la realtà che ci circonda!
Ovviamente come tutte le cose nuove che funzionano lo smartphone ha una grande quantità di pro, assieme anche a una buona quota di contro. Ma come possiamo capire se il nostro smartphone si è trasformato da uno strumento utile a una dipendenza?

Alcuni sintomi di dipendenza sono:

-La prima cosa che faccio al mattino è controllare il cellulare
-Quando mi annoio uso il cellulare
-Il tempo che passo al telefono aumenta sempre di più
-Divento preoccupato e irritabile se non ho con me il telefono
-Invece di godermi i momenti più emozionanti penso solo a come posso postarli e quale foto ci starebbe meglio
-Ho capito di passare troppo tempo davanti al cellulare. Ho provato a ridurlo ma non ha funzionato
-Ho litigato con qualcuno della mia famiglia perché passo troppo tempo davanti al cellulare.

Se vi ritrovate nella maggior parte di queste risposte allora potreste avere una vera e propria dipendenza da smartphone.
Un piccolo rimedio può essere quello di darvi dei limiti, ad esempio dopo le 19 potete iniziare a metterlo in un cestino nell'entrata di casa e non guardarlo più fino all'ora di mettere la sveglia x il giorno dopo, cercando quindi di fare una pausa di qualche ora per dedicarvi completamente alle vostre relazioni famigliari in modo completo e presente.

lunedì 14 novembre 2016

Superare il momento del distacco in modo efficace per entrare a scuola con il sorriso!


Superare il momento del distacco in modo efficace per entrare a scuola con il sorriso!  

Un incontro formativo dedicato ai genitori che sentono ancora difficile per il loro bambino il momento del distacco davanti alla porta della scuola.
Ci incontreremo alla Scuola dell'Infanzia S. Maria Assunta di Camponogara (VE), Giovedì 24 Novembre dalle ore 17 alle ore 18.30. Per informazioni potete contattare la segreteria della scuola allo 041462288.
A presto!

lunedì 7 novembre 2016

Attenzione, davvero volere è potere? La nostra mente non funziona proprio così!

Attenzione, le eccessive aspettative possono schiacciarci.

Quante persone si sono sentite dire: "Se lo vuoi davvero allora puoi farlo", e quante si pongono quotidianamente degli obiettivi personali che molto spesso non raggiungono!
Molte filosofie di pensiero, anche quelle più concrete e familiari portano a credere che "volere è potere", e quindi se un individuo non ce la fa è semplicemente perché è pigro, poco motivato e comunque è esclusivamente colpa della sua scarsa volontà; ma il cambiamento stesso a volte ha delle matrici così profonde che la sola volontà, come sana presa di coscienza a se stessi, non basta, e l'individuo può sentirsi schiacciato dall'aspettativa del dovercela fare con la sola volontà.
Molti dei problemi che vorremmo affrontare non sono sempre controllabili dalla nostra sola volontà, e quando non basta il "solo volerlo" è indispensabile andare ad attingere all'inconscio, al perché EMOTIVO della resistenza al cambiamento, al perché sia così difficile cambiare quella abitudine dannosa o quel comportamento che si sente non voluto ma che poi comunque viene ripetuto. 
Perché non sempre si riesce a cambiare? Che cosa succede mentre avviene il cambiamento? Come reagiscono gli altri se davvero poi si cambia?

Lo si può comprendere anche facendosi sostenere da un terapeuta, che possa aiutare ad andare oltre alla volontà, oltre alle situazioni che si hanno sotto controllo e di cui si è consapevoli, e lo si può fare non solo con la volontà ma con il coraggio di entrare nel proprio mondo interno, riappropriandosi del proprio vissuto emotivo e conoscersi fino in fondo, in fondo alle paure alla rabbia e alle ansie.